“Caccia spietata” è un film western revisionista, dal retrogusto amaro, ambientato nel Nevada alla fine della Guerra di secessione.
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La trama
La caccia spietata è quella di un ex soldato confederato verso uno nordista, dalle bianche montagne all’arido deserto del Nevada, cavalcando per le colline e le praterie. Tuttavia, il loro passato – che apprendiamo grazie a dei flashback – insegue entrambi e li conduce ad affrontare se stessi.
I ritmi dell’inseguimento, inizialmente concitati nel gelo delle montagne, divengono gradualmente più moderati, così come aumentano la temperatura e la stanchezza dei protagonisti, provati anche moralmente dalla lunga caccia.
La società statunitense
Il film rappresenta numerose zone d’ombra della società statunitense della seconda metà dell’800. Si parte dalle reciproche crudeltà, quando non veri e propri crimini, durante la Guerra di secessione.
Mentre i due si inseguono nel West in corso di conquista, poi, incontrano coloni, immigrati, lavoratori delle ferrovie, fuorilegge. Ciascuno di essi pagherà alla sorte il suo dazio!
Paesaggi spettacolari
Gli scenari sono spettacolari ed è proprio per questo che ho inserito il film tra quelli per gli amanti dell’outdoor. A me, un paio di volte, è capitato di sentirmi come Brosnan, che scendeva dalle montagne innevate per trovarsi nel caldo della valle, per poi tornare in vetta. Tuttavia, alcune scene sono tecnicamente poco realistiche, benché funzionali alla narrazione: ci viene offerto addirittura un momento che sembra tratto da “Revenant”! Pierce Brosnan denota, inoltre, invidiabili capacità da survivalista, all’epoca molto diffuse tra trapper e cacciatori.
Onnipresente è il coltello di Brosnan, allo stesso tempo arma e utensile, com’era nella norma a quell’epoca. Per chi fosse interessato, ho trovato su YouTube un video che ne fa una dettagliata recensione.
Il fulcro del film, però, alla fine si rivela essere la dimensione onirica, quasi filosofica nella quale si ritrovano Brosnan e Neeson. La realtà diventa tanto grottesca da essere accettata perfino dai due, che sembravano inarrestabili.
La sintesi
Insomma, una pellicola che comincia bene ma che non riesce a mantenere viva la tensione dello spettatore nella seconda metà. Chissà se non è dipeso dalla maggiore dimestichezza del regista con i tempi televisivi, anziché con quelli cinematografici? Ritengo comunque che sia un film da guardare, di quelli del filone western revisionista, dal retrogusto amaro.
Poiché viene periodicamente trasmesso sulle reti Mediaset e su Cielo, vi suggerisco di tenere d’occhio i palinsesti.
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