Il Ciociaria Trail 2024, alla seconda edizione, si svolge su due circuiti ad anello prevalentemente MTB, con partenza da Pastena e arrivo a Castro dei Volsci (in provincia di Frosinone), ben collegati con la tratta ferroviaria Roma-Napoli. La quota di iscrizione viene devoluta in beneficenza.
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Tentiamo una cosa diversa
Sono consapevole che molti non hanno voglia di leggere resoconti lunghi, perciò stavolta inserisco sin dall’inizio una sintesi dell’intero articolo sul Ciociaria Trail 2024. Auspicando, però, che qualcuno voglia proseguire nella lettura!
Resoconto breve
Ciociaria Trail 2024, la Unsupported Bicycle Adventure che non ti aspetti. Nel 2023 ho mancato la prima edizione causa infortunio e, dalla voce autorevole di Valter, sarebbe stato difficile chiuderla in due giorni. Quest’anno, anche se è stato inserito un percorso corto di 140 Km, sono stato coinvolto da Mauro e Dario a fare non-stop il lungo di 270 Km e 6.500 m D+, reso più pedalabile rispetto al passato.

Una traccia equilibrata
Abbiamo percorso una equilibrata alternanza di salite e discese, sia sul 70% di fondo sterrato – spesso su pietrisco smosso, talvolta impedalabile – che su asfalto o strade secondarie. La pioggia dei giorni precedenti ha lasciato molto fango nei boschi, mai colloso. Il meteo sereno ci ha fatto godere di calde giornate ventilate e fresche sere. La buona sorte ha evitato guasti e forature alla mia MTB full Canyon Lux Trail CF7, sicuramente adatta al tracciato.
Un trail “old style”
L’organizzazione è stata sempre presente, tra il premuroso e il preoccupato, e ha fatto un buon lavoro creando una traccia dura ma scorrevole, senza incertezze o passaggi eccessivamente tecnici. Abbiamo saltato, contrariati ma lieti, la dura salita dalla cava di Roccasecca a causa di ostacolo sul percorso.
Si tratta di un trail “old style”, come quelli dell’inizio del movimento bikepacking, in cui, evitando la semplificazione, si scongiura la massificazione.
Iscrizione in beneficenza
Il vantaggio di un trail più duro della media è avere un numero di partecipanti motivato e gestibile anche per un’organizzazione a carattere locale; la contropartita è il minor numero di quote di iscrizione, che vanno integralmente all’Associazione Peter Pan di Castro dei Volsci, per l’assistenza dei diversamente abili.
Il resoconto di Mauro Gravel Laziopuntocom
Per venire incontro, poi, a chi ama il formato video, guardiamo il videoracconto di Mauro, pubblicato sul canale YouTube Gravel Laziopuntocom.
Ciociaria Trail 2024
Adesso, però, veniamo alla cronaca integrale del Ciociaria Trail 2024, nel mio consueto stile prolisso. Nel quale, però, qua e là è forse possibile trarre qualche spunto per allestire una bici da bikepacking per chi vuole pedalare nei trail “brevi” al fine di prepararsi per avventure più lunghe, dove non basta stringere i denti qualche ora.
Ritengo, infatti, che la vera differenza quando si partecipa ai trail sia fare almeno due notti fuori, perché servono una preparazione e un equipaggiamento più versatili. Come mi ha detto un amico neozelandese conosciuto all’Italy Coast to Coast 2016, che poi mi ha convinto a partecipare al Tour Aotearoa dell’anno 2018, se puoi pedalare 500 Km, ne puoi fare 3.000!
Ora, veniamo a noi.

L’antefatto
Quest’anno, ancor più di quello passato, mi sembra di essere sempre alla rincorsa degli impegni. Sarà pur vero che il tempo dedicato ad altre attività escursionistiche in Scandinavia è stato ben speso, ma ritrovarmi a maggio fisicamente impreparato, mi provoca un misto tra inquietudine e scoramento.
Un richiamo all’ordine
Un richiamo all’ordine mi giunge da due vecchi compagni di pedalate, Dario e Mauro Gravel Laziopuntocom, coi quali alla fine mi organizzo per partecipare al Ciociaria Trail 2024, giunto alla seconda edizione.
L’anno scorso, a causa di un infortunio podistico occorsomi pochi giorni prima della partenza, avevo dovuto saltare il primo trail in bikepacking della A.S.D. Castro Bike, che volevo usare come ultima prova in vista della Hellenic Mountain Race 2023. A quest’ultima sono poi riuscito a partecipare più o meno dignitosamente, nonostante il mese di completo stop necessario per una parziale guarigione.


Una precisazione
Faccio una precisazione: a causa del mio mancato tesseramento ad associazioni sportive affini a quella organizzatrice, ho percorso il tracciato del Ciociaria Trail 2024 da “wild card”, fuori evento, versando comunque la quota di iscrizione, devoluta in beneficenza. Nonostante ciò, l’accoglienza e le premure degli organizzatori, e del principale tracciatore Giuseppe, sono state rimarchevoli. Indosserò sicuramente la bandana della A.S.D. Castro Bike, contenuta nel “pacco gara”, anche nei miei prossimi viaggi.

Introduzione al Ciociaria Trail 2024
Guardiamo la “promo” del trail, dalla quale tutto sembra fin troppo semplice, soprattutto la salita – in sella – al monumento alla Mamma ciociara:
I due tracciati
Rispetto allo scorso anno, nel quale la traccia era unica e impegnativa, nel 2024 i tracciatori hanno optato per due distanze:
- la classic, di 140 Km e 3.000 m D+;
- la “legend”, di 270 Km e 6.500 m D+.
La partenza per entrambe è dal centro di Pastena, borgo ciociaro noto per le omonime grotte. Da lì, tramite carrarecce e strade secondarie, si giunge ad Aquino e alla valle del cassinate, si affronta un piccolo tratto della linea Gustav e si prosegue verso Ovest per Roccasecca e il lago di San Giovanni Incarico, attraversando i fiumi Melfa e Liri.
Da Ceprano, paese del sant’uomo Don Buro, la fine del tracciato corto con la salita a Castro dei Volsci potrebbe sembrare poca cosa, ma il tracciato esige il suo dazio e ci vorranno più ore del previsto, soprattutto se si viaggia carichi.
Si prosegue per il “legend”
Poiché la traccia è lunga 270 Km, Castro è circa a metà strada (e comunque irraggiungibile, in alto sul colle), ma solo sulla carta. Da qui, infatti, cominciano lunghi tratti nel bosco, con salite e discese che alternano asfalto e pietrisco, con scarsi rifornimenti anche idrici.
Non è un semplice trail, ma un viaggio in Ciociaria.
A.S.D. Castro Bike
In totale ci sono almeno quattro picchi da scalare che, seppur modesti come quota assoluta, presentano delle pendenze e dei fondi che imporrano a molti ciclisti di mettere il piede a terra.
L’arrivo del lungo alla terrazza dove si trova il monumento alla Mamma ciociara, a Castro Dei Volsci, consentirà di osservare dall’alto il panorama del percorso pedalato sino a lì.

Le finalità benefiche
Rispettando anche sotto questo aspetto la tradizione degli eventi bikepacking degli albori, il ricavato delle quote di iscrizione al Ciociaria trail 2024 sono devolute all’associazione Peter Pan, costituita a Castro dei Volsci nella comunità parrocchiale della Madonna del Piano. Le sue finalità sono l’aiuto e il sostegno dei ragazzi e ragazze diversamente abili, offrendo loro uno spazio di ritrovo e attività di autonomia e socializzazione.
La cronaca dell’evento
Come anticipato in esordio d’articolo, sono stato coinvolto nel trail da Dario e Mauro, coi quali sono andato a Pastena in macchina. Quando siamo arrivati alle 9.00, accolti amichevolmente da Giuseppe e altri ragazzi della A.S.D. Castro Bike, la partenza era già avvenuta da un paio d’ore, dopo la colazione offerta ai partecipanti. Siamo mancati anche alla serata conviviale, che ci avrebbe consentito di godere della festa patronale della SS. Croce, in svolgimento a Pastena.



Si pedala soli?
Avrei preferito pedalare da solo, come ormai mia abitudine, anche in considerazione delle differenze di prestazioni che emergono dopo alcune decine di chilometri. Tuttavia, nonostante sapessi di non avere preparazione sufficiente ad affrontare degnamente il consistente dislivello, mi sono impegnato col gruppo e ho deciso di restare insieme a Dario e Mauro, finché mi fosse stato possibile.
Va anche detto che il gruppo può essere una forza o una debolezza, può trascinare o rallentare!
Rifornimenti
La mia buona volontà è stata premiata da Dario, il quale ci ha distribuito panini e frittatine di pasta napoletane fatte la sera prima. Secondo me, le ha preparate temendo che andassimo subito in debito energetico… e sarebbe potuto succedere, visto che il mio principale nutrimento per il week-end erano merendine e barrette al muesli!!!



La linea Gustav
I primi chilometri va sempre tutto liscio, anzi, ci fermiamo poco sia per fare foto che per alimentarci. D’altronde, siamo consapevoli che la distanza da coprire è considerevole, perciò, al netto del risparmio delle energie, non conviene tergiversare.
Pranziamo in pizzeria a Cassino, dove siamo passati varie volte visto che la salita su asfalto all’Abbazia è una di quelle iconiche del Lazio. Stavolta, però, passiamo per lo sterrato e giungiamo dopo una bella faticata alla Cavendish Road, tracciata dai genieri britannici durante l’avanzata su Cassino, nella Seconda guerra mondiale. L’area, dove sono passato proprio in questi giorni del 2021 per percorrere la via Gustav in MTB, è una sorta di sacrario a cielo aperto che assomma la religiosità dell’Abbazia alla tragedia del conflitto.

La salita successiva è da Santa Lucia, molto suggestiva e panoramica, sul costone della montagna. Ero abituato a giungere alle pale eoliche, ma stavolta l’energia green che ci fa da landmark è costituita da una distesa di pannelli fotovoltaici sul fianco della montagna e il vantaggio è che non arriviamo poi così in alto.

Fango nel bosco
Ci concediamo la cena di nuovo a base di pizza, stavolta con birra, da PizzAArt a Roccasecca. Il sabato sera è vivace, i capannelli di gente si domanderanno sicuramente che fanno in giro i soliti matti in bici. Stavolta, almeno, non siamo davanti al muso del loro SUV!!!
L’arrivo, in serata, al lago di Canterno, è molto suggestivo. La Luna non sorgerà che a notte fonda, perciò avremo modo di godere dei colori del bosco illuminato dalle nostre frontali.
Tra l’altro, è dal mattino che continuiamo ad attraversare sentieri fangosi, a causa della pioggia dei giorni precedenti che, almeno per il fine settimana, ci ha risparmiato offrendoci un clima più che gradevole, nonostante il sole scotti parecchio. La buona sorte ci concede un fango liquido, che non necessita di altri accorgimenti che un paio di pulizie alla trasmissione.
D’altronde, la morfologia del territorio prevede numerosi corsi d’acqua, che scende da sorgenti e dai monti stessi, contribuendo ad una vegetazione fitta e rigogliosa che significa anche onnipresenza di rovi e arbusti, che in un paio di occasioni abbiamo anche attraversato.

I rumori della Ciociaria
Durante la notte, tutto diventa più anonimo. Si vede poco oltre il sentiero, che è comunque nel bosco, perciò ci si concentra di più sui rumori. Che, talvolta, sono costituiti dalla ruota libera che ronza nelle discese su asfalto!
Quelli che si percepiscono meglio, però, sono gli uccelli notturni. Gli animali del bosco sono schivi, riusciamo a scorgere solo una goffa istrice e un paio di tassi, gli altri li avremo spaventati, anche se le parole tra noi vanno gradualmente sparendo, all’accumularsi della fatica.



Homo tumultuosus
Nel tratto lungo la valle del Sacco, almeno fino a Patrica, il frastuono che ci accompagna è quello dei treni dell’alta velocità. Sono molto frequenti e invadenti, come tutte le attività umane.
L’ultimo rumore che mi preme ricordare è anch’esso causato dall’uomo: il molesto rombo delle moto, che invade ogni luogo, dal corso di Cassino al bosco più remoto, per quelli che passano su strada ma anche per chi pratica moto cross. La domenica, in particolare, costituisce un fragore prolungato e inevitabile.
Ringrazio, in questo, i tracciatori, che con questo percorso MTB ci hanno almeno fatto evitare quasi completamente gli incontri diretti coi mezzi a motore, mentre qualunque traccia gravel fa abuso dell’asfalto della viabilità principale.



Nella notte
La notte non è stata facile. Potrei imputare la fatica ai vicini che il venerdì sera hanno fatto bisboccia fino a tardi, o alla levataccia, o alla settimana precedente piuttosto lunga. Tuttavia, si possono avere risultati o scuse, e io mi sono limitato a queste ultime! Anzi, no, ho anche dispensato ai miei compagni di pedalata un momento di stizza e sconforto, pur consapevole che per terminare il trail e tornare a casa domenica pomeriggio, l’unica soluzione valida era affrontarlo non-stop.
Per inciso, avevo con me lo SPOT Gen4, ma da quando ho questo modello, va in stand by troppo di frequente quando procedo a bassa velocità o non riparte dopo che mi sono fermato, così da farmi controllare più spesso lo stato di trasmissione. Una vera seccatura!

Deviazione imprevista
Tutto sembra procedere per il meglio, facciamo qualche snack grazie alle vivande di Dario, diligentemente conservate per la notte, sapendo dell’assenza di rifornimenti. A breve dovremo svalicare a circa 600 metri di quota intorno a monte Alto. Invece, nonostante vari tentativi, non troviamo un ingresso aperto che ci conduca alla salita! Poiché erano le 4.30, evitiamo di chiamare Giuseppe per chiedere lumi. Non so se avrei scavalcato la recinzione e proseguito, se fossi stato da solo. Fatto sta che decidiamo di proseguire su asfalto aggirando la cava di Roccasecca, riducendo il percorso di circa 10 chilometri e 500 metri di dislivello. Data l’ora e la ripida discesa sullo scollinamento, credo che sarebbe stato il passaggio più difficile del trail! Lo dico con un po’ di rammarico, avendolo perso.



Discotecari al bar
Nonostante tutto, arriviamo all’ora di colazione ad Amaseno, incrociandoci con i discotecari in ritirata (ecco, potrei aggiungere la loro autoradio ai rumori della Ciociaria!) e con i commercianti ambulanti che stanno aprendo il mercato. Siamo letteralmente in un “mondo di mezzo”, ma anziché incontrare falco e lupo del film “Ladyhawke”, incappiamo in un’umanità quanto mai varia.
Faccio colazione con gli occhi che si chiudono, nel tepore del bar. non ha fatto particolarmente freddo, ma c’è stata discreta escursione termica rispetto al giorno e questo momento di stop mi mette a dura prova, tanto più che non prendo caffè o altre bevande calde. Il gruppo è anche questo, adattarsi alle varie necessità.


Monte Calvo
L’ascesa a monte Calvo, che con i suoi 862 metri costituisce la “cima Coppi” del Ciociaria Trail 2024, segna il mio definitivo declino a metà mattinata e a 50 chilometri dall’arrivo. Nonostante il fondo sia quasi ovunque agevolmente pedalabile, arranco e lascio andare Mauro e Dario.
Mentre poco prima del valico mi fermo per l’ultimo panino di scorta, una squadra di mountain bikers sale come carri armati anche sul pietrisco smosso. Non devo aver fatto una bella figura, e temo che non sarei stato altrettanto agile nemmeno appena sveglio e con la bici scarica!
In cima, accolto da vento fresco e nubi da effetto stau, ci sono importanti vestigia storiche: uno dei cippi di confine apposti tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie a metà Ottocento. Non è uno dei meglio conservati, ma senz’altro significativo
A fine discesa mi aspetta Giuseppe, per un saluto e un incoraggiamento. Anche in questo, nella presenza sul percorso, l’organizzazione si è mostrata “vecchio stile”. Fa piacere!


Il trail è finito?
Nonostante tutto proseguo, ma ad andatura di lumaca, camminando fin troppo spesso in salita. Ma tant’è, la fortuna è che si va a perdere quota e le salite sono sempre più brevi, anche se comunque ripide.
Incontro nuovamente Giuseppe alle grotte di Pastena, che lo scorso anno avevano offerto un voucher per la visita che, purtroppo, non ho saputo sfruttare in tempo. Ci tornerò.
Poco più avanti vengo sverniciato in salita da un altro biker, uno dei due che oltre a me sono ancora sul percorso lungo, dopo aver dormito la notte. Mauro e Dario, invece, hanno deviato su Pastena per recuperare prima l’auto, ma siamo d’accordo che tornerò in treno, perciò non mi faccio prendere dall’ansia di terminare il giro.
Ormai in vista del paese, la valle echeggia dei numerosi e potenti fuochi d’artificio per la festa patronale di Pastena. Mi avevano quasi fatto preoccupare! Aggiungiamo anche questi ai “rumori della Ciociaria”.

La Mamma ciociara!
La chicca finale è l’ascesa a Castro dei Volsci dalla vecchia via che, dalla chiesa di Santa Maria della Pace, conduce al paese attraverso innumerevoli gradini, da percorrere in hike-a-bike. Nonostante sia stata pressoché abbandonata per la più lunga e agevole strada carrozzabile, mantiene invariato il suo fascino e una parte sarebbe anche fattibile in sella. Magari, non dopo 260 chilometri di pedalata!!! Il bikepacker ripercorre laicamente le stazioni della via Crucis per giungere ai 385 metri del paese e scoprire la statua di Mamma Ciociaria, che commemora le sofferenze patite da questi luoghi durante il Secondo conflitto mondiale, mentre dal balcone si ammirano il verde della campagna circostante e il grigio degli aspri monti.
Vedere finalmente lo striscione del Ciociaria trail 2024 e ricevere le strette di mano degli amici della A.S.D. Castro Bike è una bella soddisfazione.


Non posso che terminare questo resoconto con i complimenti ai tracciatori e agli organizzatori: se non si finisce con qualche graffio sulla pelle e lacerazioni sulla maglia, causati da rovi e arbusti, il trail non era abbastanza duro. E questo, lo è stato!
Una “simpatica” sorpresa
Dopo aver salutato gli amici della A.S.D. Castro Bike, mi dirigo alla stazione di Castro-Pofi-Vallecorsa, a soli 6 chilometri in discesa, dove di lì a un’ora conto di prendere il treno regionale sul quale caricare la mia infangata MTB full Canyon Lux Trail CF7, che era rimasta per mesi a prendere polvere in garage.
Qui, però, trovo una simpatica sorpresa da parte di Trenitalia: a causa dello sciopero indetto dalla sera di sabato, del quale non avevo avuto notizia, tutti i treni per Roma sono stati soppressi, almeno fino alle 21.00. Ovviamente la App Trenitalia, da me consultata al mattino, nulla diceva al riguardo e il numero verde, chiamato dalla stazione, non ha saputo dirmi se qualche treno sarebbe partito dopo quell’ora.

Recupero attivo
Dopo uno scambio di battute con un signore in stazione, anch’egli bloccato a Castro, il quale scherzando mi aveva suggerito di tornare a Roma in sella, decido mestamente di farlo davvero.
D’ora in poi possiamo aggiungere Google Maps, in modalità ciclistica, ai metodi di tracciamento inaffidabili, al pari di Komoot e Basecamp. Questi, infatti, nonostante spesso diano buoni suggerimenti, ogni tanto ci rifilano delle varianti insulse che costringono a tornare più volte sui nostri passi.
Alla fine, stizzito dai giri su carrarecce senza uscita, scelgo di percorrere la Casilina, quale soluzione più breve e veloce e fortunatamente nemmeno troppo trafficata. D’altronde, un idiota in panda mi ha già fatto il pelo su un cavalcavia verso Ceccano, mentre presumevo di essere al sicuro! Per il resto della giornata dovrei essere tranquillo…
A Colleferro, dove sosto per l’ennesimo trancio di pizza (ottima, alla pizzeria Pizza in Piazza), decido di fare un passaggio in stazione per scoprire che, con un’ora di provvidenziale ritardo, avrei potuto prendere un treno ed evitarmi gli ultimi 50 chilometri fino a casa, quelli oggettivamente più pericolosi.
Sorpresa: sul treno incontro il signore conosciuto a Castro, che si domandava che fine avessi fatto. Eccomi qua!!!

Alcune impressioni sul Ciociaria Trail 2024
La traccia mi è sembrata disegnata bene, non ci sono incertezze nel seguirla (giusto un paio di sbavature) e si infila a sorpresa in qualche single track nel bosco solo in un paio di casi. Non ci sono passaggi eccessivamente tecnici alla guida, a parte un paio di tratti in discesa dove ho inevitabilmente camminato.
Il dislivello è adeguato alla distanza ma le pendenze spesso ripide o su fondo smosso, anche se sono pochi i chilometri in cui riterrei indispensabile procedere a spinta con la bici, anche scarica.
Non serve precisare che ho camminato a lungo, anche se ciò non vale per tutti e qualche MTBiker allenato potrà facilmente smentirmi!
I panorami sono stati spesso chiusi nel folto del bosco, infatti soprattutto domenica, in molti punti, ho avuto una sensazione di déjà vu del sabato e anche di tanti altri luoghi attraversati in passato, in particolare in Lazio e Abruzzo.
Nonostante ciò, vari passaggi in quote medio basse hanno comunque offerto scorci suggestivi. Come scritto poco sopra, il passaggio più bello per me è stato dopo Santa Lucia, ma mi sono piaciuti anche alcuni borghi attraversati o visti illuminati nella notte, che è il valore aggiunto di un trail.
Conoscenza del territorio
Le due tracce di lunghezza e difficoltà differenti denotano una profonda conoscenza del territorio da parte dei tracciatori e una certa abilità nel dosare le difficoltà. Per quanto riguarda i panorami chiusi, c’è poco da fare quando la vegetazione è folta.
Gli organizzatori, inoltre, hanno anche saputo corrispondere alle richieste che generalmente provengono dai partecipanti:
- un bel ritrovo dove incontrarsi la sera prima della partenza;
- un “pacco gara”, con prodotti alimentari e gadget.
Un trail della “vecchia scuola”
Nei primi anni in cui ho cominciato a praticare il bikepacking, nelle mie uscite domenicali andavo proprio a cercarmi sentieri impossibili dietro casa, sui Castelli Romani e intorno al Lago di Bracciano, perché sapevo che ere quello che avrei trovato, almeno in parte, anche nelle UBA lunghe, come gli Italy Coast to Coast, i Lazio Trail, i Raspazolle e i Volterra trail, giusto per citarne alcuni ai quali sono legato per varie ragioni.
Il Ciociaria Trail, in particolare, si inserisce nel ristretto panorama dei trail laziali che al momento ne vede solo quattro attivi, di cui due prettamente gravel e uno, il Roman lands, permanente, durissimo ma pressoché inattivo per mancanza di partecipanti.
Punti di forza e criticità
Insomma, rinnovo i complimenti agli amici organizzatori e tracciatori non per piaggeria, ma perché sono andati contro corrente, in direzione della ricerca della tradizione del bikepacking con impostazione prettamente MTB. Va anche detto che nei trail “corti” è più facile mantenere maggiore equilibrio tra asfalto e sterrato, ma l’orografia della Ciociaria ha comunque richiesto un attento studio per non trasformare il trail in un eccessivo calvario da “cicoldisagio”.
Una criticità, però, è il carattere locale del trail. Più di qualcuno, penso al Supramonte X-Wild e all’Avventura Maremmana, ad esempio, è riuscito a mantenere il proprio evento vitale negli anni nonostante i partecipanti siano tutti della zona. Ciò, grazie all’organizzazione che li anima ma che necessita di essere continuamente alimentata e, di solito, la forza propulsiva proviene sempre da una sparuta minoranza.
L’altra criticità, che però nel contempo è anche un punto di forza, è l’entusiasmo di chi agisce senza assolutamente puntare a numeri ingestibili in nome del profitto. Meglio mantenere un livello più familiare e aumentare la godibilità, ma è ovvio che qualche decina di persone in più che avessero gironzolato per i paesi guardando farfalle e bevendo birra, vantando le loro scoperte turistiche, avrebbero avuto un altro appeal per ipotetici sponsor.
Il mio augurio, è che il trail possa continuare a crescere, pur senza snaturarsi. Ad maiora!
Considerazioni sui trail in Italia
Sono ormai finiti i tempi eroici del decalogo del gruppo Facebook “Italian mtb gravel“, di cui parlo più diffusamente in questo articolo.
Da quando ho cominciato a redigere il Calendario Bikepacking Italia 2024 nonché la Cronistoria degli eventi bikepacking in Italia, ho acquisito numerose informazioni e maturato una certa convinzione: siamo transitati nell’epoca della “massificazione”. Il bello di un trail non è più farlo, bensì dire di esserci stati insieme a tante altre persone.
Come in affetti avviene anche per eventi con grande risonanza mediatica internazionale, come quelli organizzati da Nelson Trees, tipo la Hellenic Mountain Race. Ma a quel punto, data la percentuale di ritiri, spesso la domanda potrebbe essere: “Perché ci sei voluto essere, senza sapere a cosa andavi incontro?”
In Italia, invece, si va alla sagra di paese. D’altronde, se piace questo, perché discuterne?
E se fosse meglio così?
Io stesso, non posso certo dire di spendere le mie energie oltre il ragionevole, come imporrebbe la partecipazione a un trail. Che poi, ci sarà qualcuno che ancora le ricorda (se mai le avesse conosciute) queste famose regole del decalogo? All’estero si dibatte sul “blurry middle” tra ciò che è lecito e ciò che non lo è. In Italia, viviamo comunque bene così!
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