Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

Tempo di lettura: 10 minuti

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua, percorrendo in tre giorni un anello che parte e torna al paese abruzzese nella Valle Peligna, sconfinando nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio. Giornate dal meteo variabile e notti in rifugi, con vista sui gruppi montuosi di Gran Sasso e Majella.

Vi invito a leggere la serie di articoli che ho dedicato alle ciaspole, strumento che ritengo valido se utilizzato nelle circostanze più adatte.

Segui la pagina Facebook https://www.facebook.com/spinningthewheelitaly e gli account Instagram https://www.instagram.com/spinningthewheel_italy/ e YouTube https://www.youtube.com/@spinningthewheelitaly/ per non perdere i nuovi articoli.

Premessa

Questa ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua è la terza escursione in ambiente innevato da fine dicembre 2024, la seconda nella zona del monte Genzana, in Abruzzo.
In questo inverno dalle scarse precipitazioni nevose e dalle anomalie termiche, bisogna cogliere al volo l’occasione di una nevicata per godere della vista dell’Appennino imbiancato. Tuttavia, la neve caduta abbondante in modo repentino e la sua conseguente scarsa coesione richiedono maggiore esperienza e prudenza, così decidiamo insieme a Mauro di riprendere l’esplorazione delle valli intorno al monte Genzana, di cui ci mancavano il versante settentrionale, che si affaccia su Introdacqua e quello Nord-Orientale, verso Pettorano sul Gizio.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

Giorno 1 – Da Introdacqua al Rifugio La Defenz

Interpretare il meteo non è mai facile, ma in fondo volevamo solo evitare le condizioni peggiori di bagnato, sia in macchina che in escursione a piedi. Partire al sabato pomeriggio, dunque, ci ha consentito di ridurre le ore sotto la pioggia, trasformatasi in neve dalla quota di circa 750 metri.
Sempre con grande spirito conservativo abbiamo parcheggiato nel centro di Introdacqua, riducendo la distanza dal rifugio La Defenz, nostra meta notturna.

Il Vallone S. Antonio

La partenza dalla piazza del Municipio, sotto una pioggerellina gelata, è un piccolo esercizio di volontà. Indossiamo da subito il poncho, visto che non sembra ci sia vento, e cominciamo ad inerpicarci per il Vallone di S. Antonio, che si può risalire in fuoristrada, almeno finché non comincia ad accumularsi neve. Ne incrociamo giusto uno che torna in paese, forse di ritorno da una breve escursione, visto che non sembra un mezzo da lavoro.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

La chiesa di S. Antonio, a 735 metri di quota, è visibile da lontano e costituisce un evidente punto cospicuo, quando ci si avvicina a Introdacqua provenendo da Sud. Le passiamo di fianco e, con un po’ di impegno fisico, avremmo potuto tagliare tutti o quasi i tornanti, ma gli accumuli di neve ci fanno optare per seguire il meno ripido tracciato della carrareccia.

Il rifugio la Defenz

Il rifugio la Defenz è a soli 1.430 metri, circa 850 metri più in quota del paese, ma già lì troveremo 30-40 cm di fiocchi nuovi! Le ciaspole sono presto indossate e si rivelano utili, tanto più che – come a solito – nello zaino hanno trovato posto i rifornimenti per tre giorni, inclusa un po’ di acqua, da usare per cucinare senza sprecare troppo gas per sciogliere la neve durante questa ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua.

Il rifugio è circondato dal bosco e si affaccia su Sulmona, gradevolmente illuminata. Purtroppo, nonostante accumuli numerosi ciocchi grazie al seghetto Silky Gomboy, non riusciamo ad accendere un fuoco soddisfacente, poiché tutta la legna è bagnata e gelata. Pazienza, nelle ultime uscite non abbiamo avuto grande fortuna coi caminetti!

Giorno 2 – Dal Rifugio La Defenz al Rifugio Il Lago

Al mattino c’è il solito paesaggio fiabesco: le fronde degli alberi e i cespugli sono carichi di neve che, durante la giornata, a causa delle temperature elevate, si scioglierà quasi completamente, facendoci bagnare in ogni tratto di bosco attraversato, quasi piovesse.
La valle sottostante, invece, è immersa nella nebbia o, quanto meno, coperta da nuvole basse, secondo quanto ci avrebbero detto i paesani il giorno successivo. La cosa non ci sorprende, vista l’esperienza fatta qualche settimana fa durante la Ciaspolata sul Genzana da Rocca Pia.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

Dal Rifugio Risvolta…

Il rifugio La Defenz, insieme al poco distante Risvolta, sono stati ristrutturati e vengono mantenuti efficienti dal gruppo “Amici trialisti di Introdacqua”, grazie anche alla vicinanza al paese.
Queste strutture, come molte altre risistemate con fondi europei dei piani di sviluppo regionale, sono una grande risorsa per consentire la fruizione della montagna in modo più confortevole.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

In particolare, dai 1.600 metri del Risvolta – anch’esso, come la Defenz, munito di portico esterno, di suppellettili e stufe – si ammira una splendida vista sui massicci del Gran Sasso e della Majella, dei quali avevamo già goduto dalle vette del Genzana e del Rognone.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

… al Rifugio Pelino

Come temevamo, la giornata prevede ripide salite e discese e qualche passaggio a mezza costa, fortunatamente reso agevole dalla neve accumulata, che offre buona presa alle ciaspole. Prima di intraprendere il cammino nel “Vallone del cavallo morto” in direzione del rifugio Il lago, nostra seconda meta notturna, facciamo una piccola deviazione verso lo storico rifugio Pelino, costruito nel 1924 con una struttura massiccia e degli ingressi angusti.

Immagino che sia stata scelta un’architettura simile per contrastare l’abbondanza della neve che cadeva all’epoca, ma accedervi oggi, con le porte apribili verso l’esterno occluse dalla neve, ci avrebbe comportato un bel po’ di lavoro con la pala da valanga Black Diamond Transfer che, finora, ho usato in Italia e Svezia solo come utensile e mai (fortunatamente) come attrezzatura di emergenza. Di fronte al rifugio c’è una fonte, cui però non attingiamo più del necessario nell’immediato, tenuto conto dei chilometri che dobbiamo ancora percorrere.

Orografia e orogenesi dell’area del monte Genzana

Già dalla scorsa escursione mi ero incuriosito alla particolare orografia della zona, con profonde valli e alti rilievi, benché non aguzzi, ma i cui fianchi non scendono mai sotto la pendenza del 20%. Ora, senza pretesa di completezza, vi riporto qualche curiosità geologica che vi invito, possibilmente, ad approfondire.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

Lo scontro di placche

Nell’era Trias-Giura (248-210 milioni di anni fa) la fascia di territorio dal Gran Sasso al Genzana, proseguendo fino al monte Greco e infine al Molise, si estendeva come solco pelagico in una piattaforma carbonatica. Potremmo dire che si trattava di un enorme canyon sottomarino, in cui i sedimenti depositati sul fondo e consolidatisi sono poi stati sollevati dall’orogenesi Appenninica, causata dall’evoluzione tettonica. Semplificando, lo scontro di due delle placche che formano la superficie terrestre ne hanno causato il sollevamento in alcune zone, costituendo le montagne, mentre la loro separazione ha creato le valli, come quella Peligna, in cui ci troviamo.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

Le profonde valli glaciali

A ciò, infine, sempre su scala di milioni di anni, si è unito l’effetto modellante delle glaciazioni susseguitesi nel Quaternario, l’era più recente della storia geologica della Terra, cominciata 2,58 milioni di anni fa e tutt’ora in corso. I pesantissimi ghiacciai hanno scavato valli a forma i “U” e parte del lavoro è stato poi compiuto dai corsi d’acqua affioranti, che si sviluppano in regime torrentizio nel Vallone Santa Margherita, nella Valle Frevana, nella Valle Marsolina e nella Valle Rea, dal tipico profilo a V, ad alimentare il fiume Gizio, la cui sorgente è situata a quota 583 metri, a SE del Comune di Pettorano sul Gizio (638 m s.l.m.), per sfociare dopo solo una decina di chilometri nel lago di Scanno.

Finalmente una traccia battuta!

Nel nostro procedere dal rifugio Pelino a quello denominato Il lago, abbiamo commesso una leggerezza. Abbiamo preferito scendere lungo un canalino anziché seguire il sentiero, ma oltre a trovarci a dover scavalcare numerosi rami, siamo arrivati a un dirupo che ci ha obbligato a tornare sui nostri passi, su una neve pessima e quota in diminuzione. Insomma, brutto affare! Ci siamo stancati, per fortuna che nella risalita in direzione del monte Genzana abbiamo finalmente trovato nel Vallone Grottella le prime tracce di ciaspole dell’intera escursione.

Entriamo nella riserva naturale

Giunti più in quota, scambiamo due parole con chi ci aveva battuto la pista, ormai di ritorno a casa, e completiamo il tragitto inizialmente nel bosco e, infine, su agevole carrareccia nel Vallone S. Nicola. Arriviamo a un’area pic-nic vicino al paese di Pettorano sul Gizio, per risalire brevemente fino ai 1.380 metri dell’agognata meta, il rifugio Il Lago, all’interno della Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, che oltre a gestire una parte dell’edificio, chiusa e prenotabile, mette a disposizione un accogliente locale invernale, con letti e materassi.
La fontana all’esterno è molto utile, anche se nella notte si ghiaccerà il filo d’acqua lasciato aperto. All’interno, invece, la temperatura sarà più che confortevole.

Giorno 3 – Dal Rifugio Il Lago a Introdacqua

L’indomani vediamo in valle la solita coltre di nubi che, però, molto più in quota vanno a coprire anche tutto il massiccio della Majella. Non deve essere agevole muoversi lassù! Dobbiamo decidere come tornare alla macchina. Il tracciato originario prevedeva di scendere a Pettorano passando per le sorgenti del Gizio e la chiesa di Santa Margherita della Valle.
Il primo giorno, però, abbiamo lasciato la macchina molto più avanti, anziché al parcheggio di Pettorano dove si trova il monumento all’emigrante. Decidiamo, dunque, di perdere rapidamente quota tornando all’area pic-nic e poi, terminato il sentiero in valle Lavozza e le carrarecce, di camminare sull’asfalto delle strade provinciali SP53 e SP117 nel fondovalle.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

Un ritorno incolore

Un ritorno un po’ incolore, quando avremmo potuto ammirare dal vivo qualche scorcio ritratto da Escher. Così, però, possiamo vedere da vicino i numerosi cani lupo nei giardini delle case della frazione di Valleguardia, che sembrano ciascuno il clone dell’altro. Per inciso, sono gli unici animali avvistati, a parte qualche sparuta traccia di lepre e il cinguettio di alcuni uccelli durante il giorno.
Da lontano, spicca la storica linea ferroviaria Sulmona-Carpinone, che si sviluppa fino a scollinare a Campo di Giove, serpeggiando sul crinale del monte Porrara su modesti viadotti di inizio XX Secolo, molto meno impattanti dei mostruosi piloni della SP17.

La nostra ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua si conclude con l’acquisto di dolci vari alla bottega in piazza e l’attraversamento di Anversa degli Abruzzi, grazie a Google Maps che non ci fa mai percorrere due volte lo stesso tragitto.

Temperature e umidità rilevate

Qualche impressione su Introdacqua

Ho letto su Wikipedia che Introdacqua è anticamente denominata Interaquas o Interaquis, cioè “paese costruito tra le acque”, inter aquarum cursus, data anche, soprattutto in passato, l’immensa quantità d’acqua. Ancora oggi, a ogni trivio del fondovalle, lungo le strade provinciali, è presente una fontanella e, in effetti, anche ai rifugi giunge acqua di fonte.

In centro, più che la torre medievale, che si perde sullo sfondo delle montagne circostanti, è subito evidente Palazzo Trasmondi, edificato intorno al XIII Secolo, poi successivamente rimaneggiato. Ospita all’interno il Museo Regionale dell’Emigrante “Pascal D’Angelo” (che troviamo chiuso), dedicato al poeta e scrittore italoamericano nato nella frazione “Cauze” nel 1894, emigrato negli Stati Uniti all’età di sedici anni.

Ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua

Come Rocca Pia è attraversata dalla strada Napoleonica, Introdacqua fu contesa tra il 1798 e il 1799 tra i francesi e i sanfedisti borbonici. Ammetto che ignoravo lo svolgimento in zona di questi conflitti armati e sono sicuramente lieto di aver potuto passeggiare per il paese alla fine della ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua.

Infine, pensiamo a vicende belliche più recenti: percorrendo da Sud viale Tripoli, che ci ricorda la guerra italo-turca del 1911-1912, si giunge alla cosiddetta Villa comunale dov’è il monumento dedicato a tre piloti dell’Aeronautica Militare, che persero la vita sulle montagne introdacquesi durante durante un volo di ricognizione il 17 ottobre 1951. Poco distante, invece, c’è il monumento ai Caduti nelle due guerre mondiali, edificato nel 1966 nel Parco della Rimembranza, dove campeggia un aereo F104.
In particolare, per il secondo conflitto mondiale, il poster in una bacheca annuncia che il 7, 8 e 9 marzo a Isola del Gran Sasso e San Gabriele gli alpini renderanno omaggio ai Caduti della battaglia di Selenyj Jar (Russia) di fine dicembre 1942, ricordata anche come la battaglia del “quadrivio insanguinato”, dove caddero tanti alpini abruzzesi.

Il vidoeracconto di Mauro

Mauro, come di consueto, ha realizzato un videoracconto della nostra ciaspolata ai 4 rifugi da Introdacqua, che vi invito a guardare.

Reminder

Segui la pagina Facebook https://www.facebook.com/spinningthewheelitaly e gli account Instagram https://www.instagram.com/spinningthewheel_italy/ e YouTube https://www.youtube.com/@spinningthewheelitaly/ per non perdere i nuovi articoli.

2,7 / 5
Grazie per aver votato!
Pubblicità

Pubblicato da Mauro

Ciclista amatoriale, marinaio da diporto, escursionista di media montagna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.